La nave dolce e quella amarissima
L’8 agosto del 1991 la Vlora, nave albanese che aveva ancora a bordo lo zucchero caricato nel porto de L’Havana e non ancora scaricato in quello di Durazzo, arriva caracollante nel porto di Bari con il suo impressionante carico umano di quasi 20.000 albanesi. Questa storia, raccontata da Daniele Vicari, sarà presto un (bel) documentario la cui idea è nata da me e da Gigi De Luca qui, in queste stanze della Apulia film commission.
Il 28 marzo 1997, pochi anni dopo, nel canale d’Otranto la nave albanese Kater i Rades, con più di 100 esseri umani a bordo, viene speronata dalla corvetta italiana Sibilla. 57 furono i morti accertati e 24 i corpi mai recuperati. Una tragedia immane che impallidisce dinanzi alla pur tragica vicenda della Costa Concordia, che ha inondato i media di tutto il mondo.
Le riflessioni da fare sono tante, soprattutto sul ruolo dei media e sull’importanza dell’immagine. Una piccola nave speronata non fa storia, come non la fanno le vite disumane dei suoi migranti affondati con essa.
Per questo ci viene in soccorso l’arte, con il suo carico immaginifico di umanità e visione.
Grazie a Gigi De Luca, il nostro Vice Presidente, che ho visto prodigarsi come mai per arrivare all’obiettivo insieme artistico, tecnico, amministrativo, organizzativo; e grazie al collettivo di artisti, operai, amministratori, oggi la Kater i Rades, ancorata su di uno scivolo di cemento, é di nuovo fluttuante tra le onde di vetro del mare immaginario in cui galleggiano le anime di morti che chiedono un pensiero alto ed una pietà che si rinnovi nello spirito dell’impegno affinché mai più sia necessario affrontare i pericoli del mare per trovare conforto ed una vita migliori.
Fonti: Shqiptariiitalise Giornale di Puglia Comune di Otranto